Anche Gianluca Vacchi ha un tatuaggio con la scritta resilienza, ma cosa significa questa parola? La resilienza
indica tutte quelle persone che, nonostante le avversità della vita,
non si abbattono e si rialzano anche più forti di prima. Descrive
tutte quelle persone che hanno un carattere forte e che sanno fare
tesoro delle esperienze negative della vita e sfruttarle a proprio
vantaggio. Descrive la capacità di evolvere anche grazie agli eventi
negativi.
Il termine ha spopolato
grazie all’imprenditore Gianluca Vacchi che tra Facebook
e Istagram conta
oltre un milione di fan. Vacchi ha tatuato la parola “resilienza”
sul proprio corpo e ne ha fatto anche una filosofia di vita.
Resilienza significato
La resilenza indica la
capacità di un corpo di resistere ad eventi che provocano uno choc e
di riprendere la sua struttura iniziale. In ambito psicologico indica
la capacità di un individuo di superare i momenti dolorosi
dell’esistenza e di evolvere, nonostante le avversità.
La resilienza consiste
nel prendere atto del trauma: lutto, abbandono, incesto, violenza
sessuale, malattia, guerra. Si impara a conviverci, risollevandosi e
guardando le cose da un’altra prospettiva. A volte si riesce anche
a liberarsi di un passato pesante, uscendone temprati.
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Significato resilienza in psicologia
A parlare di resilienza
sono stati per primi gli psicologi USA. Un apporto
determinante è stato dato dal lavoro del pediatra e psicanalista
John Bowlby all’inizio degli anni Ottanta. In Francia la
resilienza è stata divulgata da Boris Cyrulnik, etnologo,
neuropsichiatra e psicanalista che ha mostrato al grande pubblico che
la resilienza può diventare una fonte di speranza. Partendo
da esperienze vissute in prima persona e dall’osservazione di
diversi gruppi di individui Cyrulnik ha dimostrato che la psicologia
e la psicanalisi possono essere affrontate in modo più ottimista. Le
avversità si possono inquadrare come momenti da superare. In Italia
queste teorie sono state affrontate da Elena Malaguti, docente
di pedagogia speciale dell’Università di Bologna, e
autrice, insieme a Cyrulnik, di alcuni saggi divulgativi.
L’atteggiamento resiliente è dinamico
Passa attraverso diverse
fasi di difesa per contrastare traiettorie evolutive negative. Una
persona resiliente passa attraverso una fase di rivolta e il
rifiuto di sentirsi condannata alla sofferenza. In seguito
arrivano il sogno e il senso di sfida, la voglia di uscire dal
trauma, prefiggendosi un obiettivo. E' un atteggiamento di rifiuto
che consiste nel crearsi un’immagine di persona forte pur di
difendersi dalla compassione altrui, anche se resta sempre una certa
fragilità interiore. Il senso dell’umorismo caratterizza
il resiliente che sviluppa una forma di autoderisione nei
confronti del proprio trauma. Serve a smettere di essere visti dagli
altri come vittime della vita.
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Moltissimi resilienti
possono vivere delle fasi creative (scrittura, disegno). Si tratta di
modi per esorcizzare il dolore, percorrere strade nuove e mostrare
indirettamente la propria diversità.
Resilienza: fattori innati e acquisiti
Da un individuo
all’altro, il cervello non produrrà la stessa dose di dopamina,
serotonina e di sostanze euforizzanti. Alcuni bambini
saranno più attivi e psicologicamente più stabili di altri già
dalla nascita. Altri fattori da prendere in considerazione sono: il
carattere del bambino (docile, fiducioso), il clima
familiare nel quale cresce nei primi anni di vita (se è
armonioso e rassicurante, se i genitori sono uniti, se il grado di
attaccamento alla madre è forte) e la rete di relazioni esterne
che il bimbo riesce a creare (più o meno rassicuranti e di
appoggio). Un bimbo che ha questi 3 attributi dovrebbe essere munito
di mezzi per affrontare le difficoltà dell’esistenza senza
apparente sconforto.
Imparare la resilienza
Dopo un trauma o una
prova dolorosa, ogni individuo è portato a crearsi un processo di
resilienza. Deve ammortizzare il colpo, riprendere in mano il proprio
destino per trasformarlo e, poi, continuare a vivere normalmente. La
ferita è lì e non andrà mai via.
La resilienza negli Usa ha riscosso successo
Gli americani hanno fatto
proprio il concetto di resilienza ed ora va di moda. In Europa è più difficile da
diffondere. Gli psicologi americani si ispirano al comportamentismo
per analizzare certi fenomeni ( come qui) e stabilire delle terapie adeguate. In
Italia, molti psicanalisti denunciano questo metodo perché tende a
preoccuparsi più dei sintomi che dell’origine della sofferenza
degli individui. La resilienza non deve essere percepita come segno
di invulnerabilità, ma essa presenta il vantaggio di veicolare,
a chi ci osserva dall'esterno, un messaggio ottimista e contro il
fatalismo, un realismo carico di speranza in un futuro migliore con
persone più forti.
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