Piccola previsione sulla politica imperialista espansionistica della Russia di Putin. Cosa succederà adesso?
Piani espansionistici della Russia di Putin per il Futuro
1. finita la partita in Ucraina, la Russia si rivolgerà al Caucaso, lontanissimo dalla NATO (salvo le basi turche, ma Ankara non darà benestare all'uso, così come non applica sanzioni a Mosca). Mosca nel Caucaso ha già governi fantoccio secessionisti in Georgia, ha forze in Armenia e nel Nagorno Karabak. Poca potrebbe essere la resistenza azera e georgiana, troppo isolate (la Georgia nel 2008 durò pochi giorni). Controllato il Caucaso, la Russia otterrà tre risultati: 1.1 controllare il TAP via fonti nel Caspio (che già oggi Mosca protrebbe sabotare facilmente essendo il Caspio un "lago russo" ed avendo la Russia capacità di questo tipo); 1.2 creare pressione ulteriore sulla Turchia, da Nord Est, da Est e Sud Est, contando anche sulla forza degli Eurasians ad Ankara, fomentando il revanscismo ed il nazionalismo armeni e l'indipendentismo curdo. Omini verdi nel Sud Est montagnoso turco non vanno esclusi a priori
3. Donbass Multipli: esportare nella regione mediterranea situazioni di instabilità, guerriglia, azioni separatiste, usando di volta in volta motivazioni religiose (azione iraniana), militari (azione russa), economiche ed infrastrutturali (azione russa e cinese). Abbiamo già visto vari tentativi di questo tipo negli anni scorsi, tanto nei Balcani, quanto in M.O. ed in Nord Africa. Destabilizzare il Mediterraneo indebolirebbe la NATO in 3 passi: 3.1 costringere la NATO ad impegnare e dividere le forze su più fronti; 3.2 mettere pressione anche sulle pipelines mediterranee dopo il TAP, crando ulteriore problemi alle economie europee -> instabilità politica e sociale; 3.3 instillare nelle opinioni pubbliche occidentali, rese assai poco resilienti da decenni di pace e benessere, un sentimento di insicurezza e paura, diminuendone la volontà di contrasto dei piani avversari.
Non sottovalutiamo la minaccia. Privilegiamo sempre la strada del dialogo e della pace, dello sviluppo condiviso, ma non dimentichiamo che "si vis pacem....."
Di Marco Florian
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